GLI UBU
Inspirato ai testi di Alfred Jarry.
Di e con Valentina Conti e Matteo Paino
Produzione "Officine teatrali Il Pazzo e la Luna"
Costumi: Officine Teatrali "il Pazzo e la Luna"
Foto locandina: pamlanephoto.com
Sinossi e note di regia:
Padre Ubu decide di prendere il potere assoluto, sotto consiglio della compagna, Madre Ubu. I due non hanno neanche la decenza di partire dal basso: uccidono subito il re, poi i nobili, i magistrati, i finanzieri, i contadini... In barba ai benpensanti, tutti finiscono nella botola degli Ubu.
E fin qui, tutto segue le fila dell'opera teatrale di Alfred Jarry "Ubu roi" del 1896, a cui il nostro spettacolo si ispira.
Nella nostra lettura, Gli UBU, Padre e Madre, rappresentano una piccola "famiglia tradizionale" in cui lui picchia lei, lei odia lui, lui esegue e accaparra il potere, ma è lei che suggerisce e muove le fila. A dispetto però della "tradizione", noi abbiamo deciso di sovvertire i ruoli: Padre Ubu è interpretato da una donna e Madre Ubu da un uomo!
Non hanno figli, ma un grande pubblico in nome del quale uccidono, derubano e saccheggiano. Il loro strumento principale di propaganda è la macchina del decervellamento: loro non chiedono il consenso, lo costruiscono.
L'allestimento scenico è, per lo più, atemporale: i due personaggi portano inevitabilmente al lavoro sul grottesco, sviscerando tutte le bassezze umane in ogni epoca e in ogni tempo. Un corpo basso e pesante, contrapposto ad un linguaggio spietato, ma incredibilmente naif. Le peggiori disumanità avvengono col più puro disincanto, figlio del nostro tempo.
Jarry, più di un secolo fa, suggeriva la "patafisica" come "soluzione delle scienze immaginarie". Oggi la realtà ha superato l'immaginazione e la spirale della "merdra" continua a girare coi suoi carillon e motivetti.
Possibile che nessuno si opponga alla tirannia de "Gli Ubu"?